Media Trends & Predictions 2020 (IT)
Media Trends & Predictions 2020
Con l'avvicinarsi del 2020, il panorama dei media sta evolvendo ad un ritmo incessante, con nuove tecnologie, piattaforme e modelli di business che continuano a rimodellare il nostro settore.
I confini tra POEM (Paid, Owned and Earned Media) sono sfocati. Questo offre ai professionisti del marketing e della comunicazione nuove opportunità per raggiungere il proprio pubblico e pone nuove sfide a quanti intendono misurare e valutare l'efficacia dei media.
Non è mai semplice prevedere ciò che accadrà in futuro, ma sono orgoglioso di presentare il nostro libro bianco “2020 Media Trends & Predictions”. Le pagine che seguono offrono una panoramica della trasformazione in corso, insieme alle forze e ai driver che l'alimentano.
In qualità di società leader mondiale nell’insight, nella consulenza e nel data management, Kantar sa meglio di chiunque come le persone vivono, percepiscono, acquistano, votano, guardano e postano. Questa raccolta di tendenze e previsioni si avvale di alcuni tra i maggiori esperti Kantar e delle fonti di dati più autorevoli per esplorare le dinamiche nel punto d'intersezione tra i media e il comportamento dei consumatori.
Non vi è mai stata un'epoca così entusiasmante per i media. Siamo impazienti di lavorare insieme ai nostri clienti e partner per meglio comprendere questo mutevole paesaggio all'orizzonte 2020 e oltre.
GLOBAL HEAD OF MEDIA EFFECTIVENESS
INSIGHTS DIVISION, KANTAR
"Media" è un termine molto nebuloso. A seconda della visione del mondo di ciascuno, può designare contenuti editoriali, piattaforme tecniche, pubblicità a pagamento, PR, canali online, consolidati oppure nuovi o semplicemente in fase sperimentale.
Il nostro libro bianco 2020 Media Trends & Predictions prende in esame un ampio ventaglio di argomenti ed è il frutto degli approfondimenti generati all'interno di Kantar. Immaginiamo come potrebbero manifestarsi nel corso del prossimo anno, sulla base dei nostri contatti con proprietari ed editori di media, marchi e agenzie pubblicitarie, attraverso tutte le categorie di settore e tutti i mercati a livello mondiale.
Quest'anno, i nostri esperti hanno individuato 12 tendenze e previsioni in procinto di influire sul settore dei media nel 2020. Esse si articolano in tre temi principali: le tendenze tecnologiche che stanno trasformando il panorama dei media; gli spazi che i marchi possono occupare in maniera credibile; il contesto e i catalizzatori del cambiamento. Per ciascuna di esse, offriamo una panoramica delle implicazioni per la misurazione e l'efficacia dei media. Come sempre, si tratta di spunti pratici e utili, elaborati per stimolare le vostre riflessioni e attività nel 2020.
Queste tendenze e previsioni esercitano un impatto anche su Kantar. Esse guidano lo sviluppo dei servizi offerti ai clienti e delle nostre tematiche, oltre ad indicarci come continuare ad aggregare il settore nell'intento di utilizzare dati per generare approfondimenti.
In caso di domande, non esitate a contattarci.
LA TECNOLOGIA STA TRASFORMANDO IL PANORAMA DEI MEDIA
4. Le guerre dello streaming - La battaglia delle piattaforme di streaming si surriscalda
5. Il 5G diventa finalmente realtà - Cosa significa tutto questo per la connettività di nuova generazione?
6. Aumentare il volume - I nuovi canali audio si diffonderanno sul serio nel 2020?
7. Il contenuto incontra il commercio - Il nuovo mondo dello shopvertising
GLI SPAZI CHE I MARCHI POSSONO OCCUPARE IN MANIERA CREDIBILE
8. Pronti a giocare - Gli eSports si diffondono
9. Ritorno alla realtà - La ricerca di un autentico impatto in un mondo post-digitale
10. È ora di crescere! - Il marketing basato sugli influencer deve misurare ciò che davvero conta
11. I marchi prendono posizione - Combattere per il diritto all'attenzione
IL CONTESTO E I CATALIZZATORI DEL CAMBIAMENTO
12. Campagna 2020: affollamento e sovrabbondanza - Cosa significheranno le elezioni presidenziali per i marchi inserzionisti?
13. I cookie iniziano a sbriciolarsi - Cambiamo ricetta
14. Il dilemma dei dati - Fare la cosa giusta con i dati
15. Girarsi e affrontare il cambiamento - La tendenza verso il media in-housing
16. Media intelligence connessa attraverso Kantar
Potete vedere le Tendenze e le Prevezioni in video !
STREAMING WARS
La battaglia delle piattaforme di streaming si surriscalda
La battaglia delle piattaforme di streaming si surriscalda
Le trasmissioni tradizionali continuano a dominare il panorama televisivo, ma lo streaming (visione online) sta guadagnando terreno.
Lo scorso anno, avevamo previsto che il grande schermo sarebbe tornato in auge e avevamo ragione: i nostri dati TV e di Audience Measurement provenienti da diversi paesi europei confermano che il pubblico si sta orientando verso il televisore per la visione della TV online. In Norvegia, il consumo di contenuti video online su grande schermo è aumentato del 25% nel periodo giugno-settembre 2019 rispetto all'anno precedente. Questo fenomeno è alimentato dall'incremento delle TV connesse.
L'anno è stato assai positivo per la formula SVOD (Subscription Video on Demand) con operatori globali come Amazon Prime Video, Netflix, Hulu e una miriade di provider locali, tra cui iQiyi in Cina e Hotstar in India. La concorrenza è diventata ancora più agguerrita, con la discesa in campo di grandi nomi come Disney e HBO Max, oltre ad Apple e WarnerMedia.
Anche gli operatori TV stanno unendo le forze per sviluppare servizi in abbonamento, come la recente Britbox, joint-venture di BBC Studios e ITV.
Questa maggiore concorrenza potrebbe sembrare salutare, ma non rischiamo di assistere ad un logoramento degli abbonamenti e al conseguente consolidamento del settore? I nostri dati TGI Global Quick View mostrano che il 44% dei consumatori connessi che pagano per ottenere un servizio di streaming online, ha almeno due abbonamenti, il 18% ne ha tre e il 7% addirittura quattro o più. Questo indica che il mercato potrebbe risultare difficile per nuovi servizi di streaming in abbonamento, poiché l'attenzione e il portafoglio dei consumatori non sono estensibili all'infinito. Nel frattempo, Netflix sta sperimentando velocità di riproduzione superiori, un modo per indurre le persone a guardare maggiori contenuti.
Nel 2020 e oltre, prevediamo che il futuro della televisione sarà improntato ad una continua convergenza, compresi streaming e video online, con al centro contenuti di alta qualità. I consumatori continueranno ad utilizzare servizi finanziati da inserzionisti e in abbonamento, ma la crescente quantità di contenuti e piattaforme porterà ad un paradosso: più non è sempre sinonimo di meglio.
Sopraffatti dall'ampiezza della scelta, i consumatori diventeranno più oculati e si concentreranno su servizi con algoritmi in grado di offrire il migliore intrattenimento. Tra i servizi in abbonamento, i vincitori saranno quelli con contenuti originali di qualità superiore e una migliore conoscenza delle diverse categorie di pubblico.
Gli standard di riferimento possono svolgere un importante ruolo nell'aiutare questi servizi a comprendere e mirare nuovi abbonati. Le emittenti acquisiranno rilevanza agli occhi degli spettatori e degli inserzionisti attraverso un utilizzo adeguato dei dati, emulando la strategia di successi globali come Love Island di ITV nel Regno Unito.
Questo programma si è avvalso di analisi dei comportamenti di visione e delle tendenze di coinvolgimento per orientare l'approccio editoriale, generando il massimo valore e consentendo agli inserzionisti e agli sponsor di raccoglierne i frutti. Le modifiche apportate alla strategia del programma proseguono in tutto il mondo.
Cosa significa tutto questo per la misurazione dei media e per gli inserzionisti dei marchi?
Nuovi tipi di contenuti implicano nuove sfide in fatto di misurazione. Vi saranno opportunità strategiche per gli inserzionisti, come il collocamento di prodotti, le integrazioni di marchi e le co-promozioni. Ma l'avvento di piattaforme di abbonamento senza spot limiterà anche le opportunità pubblicitarie. Nel contempo, i provider di contenuti TV di tutti i tipi dovranno prestare ancora più attenzione alle richieste e agli interessi dei loro clienti per tenerli legati.
IL 5G DIVENTA FINALMENTE REALTÀ
Cosa significa tutto questo per la connettività di nuova generazione?
IL 5G DIVENTA FINALMENTE REALTÀ
Cosa significa tutto questo per la connettività di nuova generazione?
Guidato dalla Cina, il mondo sta entrando nella tanto attesa era del 5G.
Nel 2019, l'Internet mobile ultra-veloce ha compiuto i primi passi in molte grandi economie, compresi Regno Unito, Stati Uniti e Corea del Sud. Ma la Cina è all'avanguardia, con già oltre 10 milioni di abbonati 5G, certo una goccia nell'oceano rispetto agli 847 milioni di utenti di telefonia mobile del paese.
Considerando gli ingenti investimenti in infrastrutture programmati dagli operatori di telefonia mobile e l'imminente lancio di numerosi dispositivi 5G, l'associazione mondiale di settore GSMA prevede 600 milioni di connessioni 5G in Cina entro il 2025, se non prima. Le immense opportunità offerte dal 5G sono indiscutibili. Si prevedono ripercussioni sulla maggior parte dei settori commerciali - dalla produzione industriale ai servizi - e una potenziale trasformazione senza precedenti per la vita dei consumatori. La CAICT (China Academy of Information and Communications Technology) stima che, entro il 2030, il 5G genererà un valore aggiunto di 2,9 trilioni di yuan per l'economia cinese.
I settori del marketing e delle comunicazioni saranno tra i principali beneficiari dell'era del 5G, grazie a maggiori capacità di raggiungere e coinvolgere i consumatori. Tutto questo richiederà però una notevole trasformazione da parte degli operatori di marketing.
Il 5G offre tre vantaggi principali rispetto all'attuale 4G.
Una maggiore connettività: la rete è in grado di gestire un numero assai superiore di dispositivi, permettendo di collegare qualsiasi cosa a Internet.
Minore latenza (velocità alla quale i dispositivi possono comunicare tra loro): i trasferimenti di dati avverranno in maniera pressoché istantanea, un fattore critico per lo sviluppo di tecnologie avanzate, come i veicoli autonomi.
Infine, velocità di download fino a 20 volte superiori faciliteranno i progressi nelle tecnologie ad elevate densità di dati, come la realtà virtuale.
Cosa significherà la migrazione al 5G per gli esperti di marketing, i titolari di media e le agenzie?
Da un lato, consentirà uno streaming di contenuti TV e video più affidabile senza connessione wi-fi, con forti implicazioni per il consumo di media "on the go". Potrà inoltre supportare dispositivi IoT, come confezioni di prodotti "smart" e tecnologie connesse, quali articoli di abbigliamento sportivo, e facilitare esperienze di marchio ultra-personalizzate. I marchi saranno in grado di connettersi con i clienti in qualsiasi momento e luogo, utilizzando contenuti più ricchi e immersivi.
Vi sono però anche nuove sfide. Con un maggior numero di dispositivi, vi saranno sempre più dataset frammentati da integrare e consolidare al fine di ottenere una visione olistica dei consumatori.
Inoltre, gli ambienti controllati avranno la necessità di collegarsi ad altre piattaforme per acquisire un quadro completo del consumatore, e ciò non è cosa da poco. Oltre alla logistica, occorre tenere conto dei problemi di privacy dei consumatori e dei regolamenti per la protezione dei dati, come il GDPR europeo.
La linea tra la capacità di fornire un migliore servizio e il superamento dei limiti sarà molto labile.
Sebbene offra molte più opportunità agli esperti di marketing, il 5G implica anche una significativa trasformazione che non si rivelerà semplice. La buona notizia è che ci vorranno ancora alcuni anni prima che il 5G sia pienamente operativo, cosa che lascia al settore il tempo di prepararsi.
"I settori del marketing e delle comunicazioni saranno tra i principali beneficiari dell'era del 5G"
AUMENTARE IL VOLUME
I nuovi canali audio si diffonderanno sul serio nel 2020?
I nuovi canali audio si diffonderanno sul serio nel 2020?
Mio figlio ha 12 mesi e conosce quattro parole: banana, papà, wiggle e ... guggle.
Abbiamo un altoparlante intelligente in ogni stanza e dipendiamo da questi apparecchi per non perderci nel corso della giornata, soprattutto quando dobbiamo calmare i suoi pianti. Ora si avvicina all'altoparlante, lo indica e dice "guggle, wiggle" per richiamare il suo gruppo musicale preferito, The Wiggles.
In materia di tecnologie audio, gli altoparlanti "smart" e la voce stanno generando il maggior scalpore. Ma la voce è ancora onnipresente, visto che il nostro panel ComTech indica che solo un quarto degli adulti americani possiede un altoparlante "smart".
Le nuove generazioni cresceranno comunque con l'audio naturalmente integrato nella loro esistenza; utilizzeranno la voce per impartire comandi, porre domande ed esprimere desideri, aspettandosi rapide risposte da una serie di dispositivi ad attivazione vocale.
Malgrado le potenzialità, i principali motivi per i quali le persone utilizzano attualmente gli altoparlanti intelligenti sono la musica in streaming e le previsioni meteorologiche... nulla di veramente rivoluzionario. Il principale problema che impedisce agli altoparlanti intelligenti di raggiungere il punto di svolta è la mancanza di fiducia nella loro capacità di rispondere correttamente alle domande.
Di conseguenza, benché la nostra ricerca mostri che la metà degli utenti di assistenti vocali ha avuto interazioni commerciali, come l'aggiunta di un prodotto nel carrello o la verifica degli orari di apertura di un negozio, il timore di acquistare l'articolo sbagliato trattiene i consumatori dal completare un acquisto. I fabbricanti dovranno migliorare le capacità tecniche dei dispositivi vocali per aumentare la fiducia e l'utilizzo da parte degli utenti.
Ma l'universo audio va ben al di là degli altoparlanti intelligenti e prevediamo nel 2020 l'avvento di una nuova era della pubblicità audio. Prevediamo che i podcast saranno uno dei canali di spesa pubblicitaria con la crescita più elevata: in base al nostro studio Getting Media Right 2019, il 63% degli esperti di marketing prevede di aumentare la spesa pubblicitaria sui podcast nel corso dei prossimi 12 mesi.
La natura intima e altamente personale dei podcast offre agli inserzionisti un pubblico fortemente ricettivo. Si tratta anche di uno dei canali meno sovraffollati e più coinvolgenti. La nostra misurazione della pubblicità tramite podcast mostra incrementi superiori alla media in termini di intenzioni di acquisto rispetto ai dati normativi.
Anche la radio si sta reinventando, attingendo alla più vasta rinascita dell'audio come canale di marketing. Oltre ai tradizionali canali FM di massa, la digitalizzazione della radio sta alimentando una maggiore diversificazione all'interno del settore, favorendo l'avvento di stazioni maggiormente di nicchia. La nostra analisi degli ascolti in Svezia mostra che la maniera nella quale le persone consumano i contenuti delle trasmissioni sta migrando verso la fruizione online.
In base allo standard radio ufficiale (misurato da Kantar), gli ascolti online raggiungono il 9,8% della fascia 12-79 anni in Svezia, ma la portata aumenta fortemente se si considerano solo le fasce di età più giovani.
Il 2020 potrebbe rappresentare il momento "o la va o la spacca" per i nuovi canali audio. Se i fabbricanti di altoparlanti non riusciranno a migliorare la funzionalità dei loro apparecchi, i marchi potrebbero perdere interesse nel commercio vocale.
I podcast devono diventare più misurabili per aiutare gli inserzionisti e i marchi a valutare il ROI dei loro investimenti.
La radio continuerà a modernizzarsi per aiutare i marchi a raggiungere nuove categorie di pubblico e rafforzare la sua posizione di media pubblicitario importante e affidabile.
Nel corso dei prossimi 12 mesi, l'allineamento dei marchi con questi momenti audio dovrà evolvere verso un nuovo livello per gli esperti di marketing.
Con quale frequenza utilizzi il tuo altoparlante intelligente?
- Una volta al giorno
- Più di una volta al giorno
- Ogni pochi giorni
- Una volta la settimana
- Meno frequentemente
IL CONTENUTO INCONTRA IL COMMERCIO
Il nuovo mondo dello shopvertising
IL CONTENUTO INCONTRA IL COMMERCIO
Il nuovo mondo dello shopvertising
La Cina è il mercato eCommerce più dinamico del mondo.
Con 1,94 trilioni di dollari spesi online nel 2019, si tratta del doppio rispetto al valore delle vendite online degli Stati Uniti, secondo più grande mercato mondiale. Lo shopping mobile è un driver essenziale di questa crescita: i nostri dati TGI Global Quick View mostrano che il 70% dei cinesi adulti che utilizzano Internet fanno acquisti con il loro smartphone, contro una media mondiale del 47%.
Lo shopping mobile cinese è stato trainato dai grandi ecosistemi dei social media, i quali dispongono da anni delle loro piattaforme native integrate di eCommerce e di pagamento digitale, facilitando gli acquisti. Ad esempio, WeChat propone video pubblicitari di marchi collegati agli store WeChat-hosted. Questo consente ai consumatori di chattare e fare shopping contemporaneamente e di completare i loro acquisti senza uscire dall'app.
Il contenuto incontra il commercio anche sui mercati occidentali, con pubblicità "shoppable" su Snap, Amazon e Google, "shop the look" su Pinterest e pubblicità dinamiche su Facebook. I marchi "online-first", come Glossier o Bergamotte in Francia, così come gli influencer e i creatori, stanno naturalmente affluendo in gran numero in formati come i post "shoppable" di Instagram.
Anche su TikTok, piattaforma di video brevi appartenente a Bytedance, nota per clip di sincronizzazione con le labbra e le challenge generate dagli utenti, i video pubblicitari rimandano a micro-siti sui quali è possibile fare acquisti. Oltre alle applicazioni mobili, sta emergendo una nuova frontiera della TV "shoppable". La sud-coreana LG sta potenziando i televisori con realtà aumentata (AR) "shoppable" nelle trasmissioni di home shopping. Con l'ausilio di un'app, gli spettatori possono utilizzare le telecamere dei loro smartphone, attivati dalle immagini TV per presentare a casa loro l'articolo tramite la realtà aumentata, con la possibilità di ruotarlo, posizionarlo e acquistarlo.
Sebbene non siano riusciti a decollare in molte parti del mondo, i QR Code sono molto comuni in Cina, nei formati digitali OOH (Out-Of-Home): la scansione di un QR Code con lo smartphone è diventato un gesto naturale per i marchi e i consumatori cinesi.
Potrebbero ricomparire anche su altri mercati: negli Stati Uniti, NBC Universal sta testando annunci pubblicitari "shoppable" televisivi con un QR Code verso il quale puntare lo smartphone per effettuare un acquisto.
Cosa viene dopo? Generalmente, in questi formati, una percentuale dei ricavi torna alla piattaforma. Grazie allo sviluppo del social commerce, i ricavi commerciali diretti potrebbero incrementare i ricavi pubblicitari dei proprietari di media online e altri canali media sperimenteranno le loro versioni di annunci pubblicitari "shoppable".
Nel 2020, le piattaforme investiranno ulteriori risorse anche nel cosiddetto "live commerce". Già nel 2019, Amazon ha introdotto Amazon Live, sulla scia di piattaforme come Taobao di Alibaba, che ha registrato un tasso di conversione livestream del 32%. Anche Tencent ha integrato lo streaming in diretta in WeChat, aprendo potenzialmente la strada ad opzioni eCommerce.
Prevediamo una prossima accelerazione della sperimentazione dei formati "shoppable". Resta da vedere se seguiranno innovazioni in tema di criptovalute, come la Libra di Facebook.
Quel che è certo è che numerose piattaforme di eCommerce e social media, canali video online e mobili e persino TV e OOH, dovranno correre per tenere il passo dell'evoluzione del commercio elettronico.
"Prevediamo una prossima accelerazione della sperimentazione dei formati shoppable."
PRONTI A GIOCARE
Gli eSports si diffondono
Gli eSports si diffondono
È molto probabile che nel 2019 abbiate sentito parlare del fenomeno eSports.
Si tratta di gare di videogiochi internazionali multigiocatore, organizzate in squadre. In diretta o in differita, le gare delle squadre più famose, come League of Legends, Counter Strike e Dota2, riempiono gli stadi di migliaia di spettatori, mentre milioni le seguono online. E se pensate che i videogiochi siano un semplice divertimento, vi sbagliate: gli eSports sono un business lucrativo per i giocatori di alto livello. Basti pensare che il montepremi del torneo "The International 9" ha superato 30 milioni di dollari nel 2019.
Il fenomeno eSports è chiaramente enorme. Secondo la nostra inchiesta TGI, oltre 1,2 milioni di persone, provenienti da diversi contesti, dichiarano di guardare gare di eSports nel solo Regno Unito. In Brasile, quasi un terzo (32%) degli utenti Internet, pari a circa 30 milioni di persone, si dicono attivi sostenitori di eSports. Questa crescita si riflette chiaramente nell'incremento del numero di minuti di streaming su Twitch, principale piattaforma eSports. La fruizione di Twitch ha totalizzato 292 miliardi di minuti nel 2016 e dovrebbe raggiungere 600 miliardi di minuti entro fine 2019.
All'origine semplice passatempo per adolescenti, gli eSports si sono ormai diffusi sul serio. Il nostro ascolto dei social media rivela che i follower del vincitore della Fortnite World Cup di quest'anno sono principalmente professionisti (54%). Questo pubblico sta attraendo nuovi tipi di sponsor, poiché gli inserzionisti tradizionali hanno realizzato che gli eSports sono una formidabile opportunità per coinvolgere potenziali clienti.
Numerosi marchi mainstream hanno già sponsorizzato eventi eSports, come Gillette, Mastercard, Dell, Coca Cola, Toyota, Intel, Nike e ABInbev. Un bel salto rispetto ad un settore sponsorizzato in origine da fabbricanti di articoli sportivi.
Le opportunità offerte dagli eSports sono particolarmente evidenti in Brasile. Globo, principale gruppo televisivo dell'America Latina, gestisce SporTV, una rete di canali a pagamento. Dal 2017, trasmettono tornei eSports in diretta su SporTV2 per sei ore ogni sabato pomeriggio.
I nostri dati di ascolto TV mostrano che il campionato brasiliano League of Legends (CBLoL) ha rappresentato il 45% dell'audience totale del canale in un unico giorno di settembre 2019.
Prevediamo che, con la loro crescente diffusione nel 2020, i tornei eSports offriranno lucrative opportunità per i proprietari di media e gli inserzionisti pronti a capitalizzare su di essi. Offrendo un insieme online e "real life" senza soluzione di continuità, gli eSports presentano un ampio ventaglio di opportunità media innovative.
Sarà essenziale comprendere le nuove regole; enorme e altamente coinvolta, questa audience individuerà da lontano i tentativi artificiali di invasione della sua community. Per coloro che invece dedicheranno il tempo necessario per comprendere come inserirsi nel mondo eSports, esistono preziose opportunità di contenuti, pubblicitarie e di sponsorizzazione.
Ma le opportunità non si fermeranno qui. Nel 2020, si assisterà anche all'ingresso di sport più tradizionali nell'universo eSports: ad esempio, club di calcio stanno creando le loro squadre eSports e la Formula Uno è presente in streaming su Twitch con la sua gamification.
Con l'espansione della copertura eSports sui media tradizionali, prevediamo che i giocatori diventeranno note celebrità e influencer a pieno titolo.
A fronte di una tale varietà di opzioni, sarà importante per gli inserzionisti valutare adeguatamente il potenziale ROI e l'idoneità dei marchi. Gli eSports sono arrivati. Per i proprietari di media e gli inserzionisti, è giunto il momento di imparare le regole e di prepararsi a giocare.
Offrendo un insieme online e "real life" senza soluzione di continuità, gli eSports presentano un ampio ventaglio di opportunità media innovative.
RITORNO ALLA REALTÀ
La ricerca di un autentico impatto in un mondo post-digitale
La ricerca di un autentico impatto in un mondo post-digitale
"Back to life, back to reality…" cantavano i Soul II Soul 30 anni fa nel loro singolo, al vertice delle classifiche e vincitore del Grammy Award.
Pochi di noi sapevano allora quanto incredibilmente i media digitali avrebbero in seguito trasformato le nostre esistenze e il panorama del marketing. Il digitale è destinato a consolidare la sua predominanza nel 2020, con l'84% degli esperti di marketing che prevedono di aumentare la spesa nei video online e il 70% sui social media, in base al nostro recente report Getting Media Right.
In parallelo, si osservano però numerosi esempi di marchi più "online-first" e disgregatori che cercano di tornare alla realtà nel 2020, nel tentativo di ritrovare l'equilibrio tra il marketing con performance di breve periodo e la costruzione di marchi a lungo termine. Poiché questo riequilibrio assumerà varie forme nel panorama del marketing, prendiamo in esame alcune diverse prospettive.
Per gli operatori online, ciò significherà maggiori tentativi per riportare in vita i loro marchi nel mondo reale e per costruire legami più stretti con i consumatori.
Ad esempio, Mozilla, che possiede il browser Firefox, ha recentemente dichiarato di avere ridotto le spese di marketing digitale del 10% e di avere stanziato maggiori risorse per iniziative di marketing offline, compresi eventi e marketing di contenuti. Marchi come eBay stanno riequilibrando la loro spesa sui media a favore di canali tradizionali di brand-building. Si tratta di una scelta logica poiché, come emerge dal nostro database CrossMedia, la spesa sui media digitali ha molte meno probabilità di rivelarsi redditizia per i marchi nei quali il digitale rappresenta oltre la metà del budget.
Per marchi DTC (Direct to Consumer), il ritorno alla realtà significa maggiori esperienze "real world". Molti marchi DTC sono stati costruiti esclusivamente online, il fenomeno del passaggio di start-up solo online al retail sta diventando comune. Tra gli esempi figurano Warby Parker, rivenditore americano di occhiali che vanta oggi oltre 100 punti vendita, e mymuesli, produttore tedesco di cereali biologici, presente in sette paesi con la propria rete di negozi e presso punti vendita retail.
Tuttavia, non tutti i marchi DTC saranno in grado di raggiungere queste dimensioni. Ecco perché sempre più aziende sperimentano i negozi pop-up.
Ad esempio, AiNSEL cosmetics voleva diffondere il suo messaggio di riduzione dei rifiuti e ha perciò lanciato il Lip Lab pop-up shop a Londra, dove i clienti possono scegliere la loro sfumatura di rossetto e farsela fabbricare in appena 15 minuti.
Anche gli inserzionisti multimediali cercheranno nuove maniere di integrare meglio i loro sforzi di marketing digitale con esperienze offline. Il marchio Magnum di Unilever ha creato pop-up Pleasure Stores a Londra e nel mondo, dove gli amanti del gelato possono ideare il loro Magnum personalizzato e condividere poi l'esperienza sui social media.
Il nostro database Connect ha evidenziato che l'esperienza di fruizione è il terzo più forte punto di contatto per generare l'impatto del marchio presso tutte le categorie. È quindi normale che gli esperti di marketing si focalizzino maggiormente sul potenziamento di questi momenti.
Dove questi diversi sviluppi porteranno gli esperti di marketing nel 2020?
I marchi accelereranno i tentativi per riequilibrare la loro dipendenza dal digitale con esperienze "real world". Ciò significa che potremmo assistere ad un rallentamento della crescita della pubblicità digitale.
Ma con almeno un terzo (31%) di esperti di marketing sempre impegnati ad integrare i loro punti di contatto media e non-media, occorrerà abbattere questi silos per generare la crescita a breve e lungo termine.
E' ORA DI CRESCERE!
Il marketing basato sugli influencer deve misurare ciò che davvero conta
Il marketing basato sugli influencer deve misurare ciò che davvero conta
Mano a mano che gli influencer diventano sempre più "business as usual" per la comunicazione dei marchi, iniziano ad emergere i rischi correlati al marketing basato su di essi: sponsorizzazioni improprie, mancanza di trasparenza e falsi follower danneggiano la credibilità degli influencer e dei marchi che se ne avvalgono, per non parlare della fiducia dei loro follower.
Il nostro studio DIMENSION 2019 mostra che l'opinione che le persone hanno dei marchi è particolarmente influenzata da contenuti generati dagli utenti e da altri contenuti di consumatori o esperti presenti su Internet. Nel frattempo, le tradizionali sponsorizzazioni da parte di un personaggio famoso sono diventate una delle forme media meno credibili (44%).
Gli esperti di marketing dovranno perciò cercare di lavorare con creatori di contenuti di talento, che sappiano come introdurre i marchi nella loro community in maniera originale e autentica. Il nostro ultimo report BrandZ indica che ciò che conta è la profondità di coinvolgimento con un influencer online, non semplicemente le dimensioni della sua base di sostenitori.
Le opportunità creative del marketing basato sugli influencer spiegano la popolarità di piattaforme come Instagram, Pinterest, Twitch di Amazon e TikTok. Il fenomeno TikTok può offrire una formidabile portata ai contenuti giusti: l'esempio più emblematico è quello di Lil Nas X, il cui brano Old Town Road è diventato un meme su TikTok per poi restare 19 settimane consecutive in cima alle classifiche americane. Così come le aziende stanno attivamente collaborando con influencer su YouTube o Instagram, possiamo aspettarci di vedere sempre più marchi lavorare in partnership con influencer su TikTok, come Lancôme in Cina o Uniqlo e Flipkart negli Stati Uniti.
In Cina, i confini sono labili e i creatori stanno diventando venditori. Gli studi creativi diretti da influencer hanno iniziato a disgregare il mercato pubblicitario, sviluppando i propri progetti di contenuti. E i marchi ora collaborano con gli influencer, come Mr Bags in Cina, per mettere a punto prodotti personalizzati che incontrino il successo commerciale.
Nel frattempo, le funzionalità eCommerce di TikTok e Instagram sono ora a disposizione anche degli influencer, affinché possano vendere le loro gamme e i marchi partner direttamente dai loro profili social. Adidas consente persino ai membri del suo Creators Club di vendere loro stessi le sneaker; possono aprire un mini-store ed incassare una piccola commissione sulle loro vendite.
Ma come fanno i marchi a sapere se il marketing degli influencer è efficace?
Prevediamo che il marketing basato sugli influencer raggiungerà la maturità nel 2020. I marchi inizieranno a prendere la misura più sul serio e, anziché limitarsi ai "mi piace", passeranno a criteri più strategici, come l'impatto sul marchio e sulle vendite. Vedremo anche nuovi modi di calcolare la portata e la frequenza delle campagne degli influencer, con l'avvento di un "GRP sociale", già osservabile in Cina.
Di conseguenza, mano a mano che la necessità di confrontarsi con altri canali media e punti di contatto guadagnerà terreno, potremo assistere al passaggio delle decisioni di investimento sugli influencer dal campo delle PR al marketing e agli approfondimenti.
Dove vai per avere informazioni sulle marche?
- Internet / siti web
- Amici / famiglia
- Siti di recensioni
- "Influencers"
- Social media
- Pubblicità
I MARCHI PRENDONO POSIZIONE
Combattere per il diritto all'attenzione
I MARCHI PRENDONO POSIZIONE
Combattere per il diritto all'attenzione
L'attivismo dei marchi può essere definito come un atteggiamento riformista radicale adottato dai marchi per generare cambiamenti o miglioramenti nella società.
Nel corso dell'ultimo anno, abbiamo visto Nike prendere posizione in materia di ingiustizia razziale, Burger King insorgere contro il bullismo e Gillette esprimersi sul tema della virilità. A fronte di rischi, può esserci anche un impatto commerciale positivo: Nike ha registrato un incremento del fatturato di oltre 6 miliardi di dollari dopo il lancio della pubblicità Dream Crazy, a dimostrazione del fatto che i consumatori sono disposti a ricompensare i marchi che condividono i loro stessi valori.
Ma i marchi possono anche sbagliarsi. L'attivismo sociale della pluripremiata statua "Fearless Girl" su Wall Street si è rivelato niente altro che una sottile patina, con State Street Capital che ha votato contro numerose iniziative per le pari opportunità all'interno della stessa società.
Le dichiarazioni non bastano più; i consumatori vogliono vedere azioni concrete.
Con la progressiva perdita di fiducia nelle istituzioni governative, singoli individui fanno da apripista in materia di attivismo. Ciò significa che i marchi devono ripensare il loro ruolo. La nostra ricerca Purpose in Asia mostra che il 90% dei consumatori ritiene che i marchi debbano impegnarsi in questioni sociali.
Inizieremo certamente a vedere sempre più marchi prendere spunto dai consumatori. Ben & Jerry's, Patagonia e Lush hanno chiuso molti dei loro punti vendita a sostegno della giornata mondiale di sciopero per il clima, nell'intento di affermare questi valori presso la loro base di clienti. Questo fenomeno è accompagnato dalla creazione di nuove figure professionali; ad esempio, Ben & Jerry's si è dotato di un Activism Manager.
I marchi e le agenzie hanno ancora molto spazio per fare sentire la loro voce su questioni sociali e ambientali. Per quanto riguarda le questioni di genere, gli esperti di marketing più giovani riconoscono che resta ancora molto da fare. Il 29% degli esperti di marketing "milllennial" non è certo di creare pubblicità che evitino gli stereotipi di genere.
Tuttavia, nel prendere posizione, i marchi devono essere trasparenti per non rischiare di esporsi a loro volta a reazioni negative. La comunicazione che ruota intorno all'attivismo di un marchio è pur sempre pubblicità e non deve essere travestita in qualcosa d'altro. Ad esempio, il nostro studio DIMENSION 2019 rileva che il 60% dei consumatori ritiene che i messaggi di un marchio sui social media siano di natura pubblicitaria.
Anche il contesto è un criterio essenziale. La nostra ricerca Context Lab mostra che la piattaforma che utilizziamo influisce fortemente sulla maniera in cui viene percepito il messaggio, e questo vale anche per tutte le campagne mirate. Ad esempio, un marchio deve fare pubblicità su una pubblicazione della destra alternativa solo perché i suoi consumatori la leggono? È qui che le agenzie creative e media devono lavorare a più stretto contatto per assicurare una maggiore coerenza tra ciò che il marchio rappresenta e la maniera in cui comunicano questo messaggio.
In base alle nostre previsioni 2020, i marchi continueranno ad essere più radicali e ad agire a sostegno di grandi cause.
Ma poiché saranno esaminate con crescente attenzione dai consumatori, le aziende dovranno anche vedersela con alcune questioni difficili, come il modo di mettere in pratica i loro valori e ciò che il contesto media dice di loro. Per essere considerato autentico nel suo attivismo, un marchio deve dimostrare di vivere e respirare il suo obiettivo attraverso l'intera catena di valore.
"Per essere considerato autentico nel suo attivismo, un marchio deve dimostrare di vivere e respirare il suo obiettivo attraverso l'intera catena di valore."
CAMPAGNA 2020 : AFFOLLAMENTO E SOVRABBONDANZA
Cosa significheranno le elezioni presidenziali per i marchi inserzionisti?
CAMPAGNA 2020 : AFFOLLAMENTO E SOVRABBONDANZA
Cosa significheranno le elezioni presidenziali per i marchi inserzionisti?
Con il clima politico sempre più diviso e in previsione di un'elezione presidenziale combattuta, la pubblicità politica sarà un fattore di rilievo, in grado di forgiare il panorama dei media americani nel 2020.
Kantar prevede che le spese pubblicitarie politiche toccheranno i 6 miliardi di dollari nel 2020 per le campagne federali, statali e locali, con guadagni inaspettati per le società di media e molto caos per gli esperti di marketing.
Il digitale è pronto ad arraffare una maggiore quota di spese politiche durante il ciclo elettorale 2020: i Democratici sono motivati, Donald Trump mira a stanziare 1 miliardo di dollari per la sua campagna di rielezione e i manager delle campagne digitali locali dirigeranno lo spettacolo. Si stima che circa il 20% della spesa sarà destinato ai canali digitali. Facebook sarà una piattaforma chiave per la pubblicità politica e ha già assorbito quasi 49 milioni di dollari di spese dei principali candidati tra gennaio e ottobre 2019. Da parte sua, Twitter ha annunciato la messa al bando di tutta la pubblicità sponsorizzata per le campagne politiche.
L'affollamento sarà particolarmente marcato sulle TV locali, poiché i candidati cercano pubblicità mirate a categorie specifiche di elettori in circoscrizioni chiave. I regolamenti limitano i prezzi pagati per le campagne alla più bassa tariffa unitaria entro 45 giorni per una primaria e 60 giorni per un'elezione generale. Queste restrizioni non si applicano però ai PAC (Political Action Committee) o ai gruppi esterni. Nel frattempo, vari soggetti politici acquistano spesso molti spazi pubblicitari all'ultimo minuto, pagandoli a caro prezzo.
Gli inserzionisti che si affidano alle televisioni locali potrebbero quindi avere minori opzioni negli Stati dove il confronto politico è più aspro. Durante le ultime tre settimane della campagna elettorale del 2016, la pubblicità politica ha rappresentato circa un terzo (32%) dei tempi pubblicitari sui mercati più combattuti, pari a un incremento di 10 punti percentuali rispetto alle quattro settimane precedenti. Tutti gli altri inserzionisti hanno visto la loro quota scendere dal 77% al 51%.
Quali sono i mercati che rischiano di essere sovraffollati nel 2020 e di cui gli inserzionisti dovrebbero preoccuparsi?
Si prevede che 10 Stati, compresi Florida e Wisconsin, saranno marginali, con una probabile forte spesa. In base ai nostri dati, a ottobre 2019, gli inserzionisti politici avevano già speso 233 milioni di dollari in TV, di cui il 96% (223 milioni dollari) su stazioni locali.
Numerose aree di Stati potenzialmente marginali sono risultate tra le più sature di dollari per la pubblicità politica, comprese Des Moines-Ames per le trasmissioni TV, Miami-Ft. Lauderdale e Tampa-St. Petersburg per le trasmissioni TV ispaniche e Raleigh-Durham per la TV via cavo.
Come i marchi possono sperare di resistere durante la campagna 2020?
Per alcuni, la semplice riduzione della pubblicità durante i mesi finali della stagione elettorale potrebbe rappresentare la migliore strategia, soprattutto se operano in settori tradizionalmente bersaglio degli annunci pubblicitari politici, come la farmacia, l'energia e la finanza.
Un'altra opzione potrebbe consistere nel selezionare canali meno sovraffollati, come la radio e la carta stampata. Occorre poi esaminare la situazione dal punto di vista dei consumatori: il carico pubblicitario politico può essere così intenso che gli elettori potrebbero fare di tutto per evitare gli annunci. L'idea di una pausa potrebbe non essere una cattiva strategia, soprattutto durante quella che sarà certamente un'elezione pesante e affollata.
"Il digitale è pronto ad arraffare una maggiore quota di spese politiche durante il ciclo elettorale 2020."
I COOKIE INIZIANO A SBRICIOLARSI
Cambiamo ricetta
I COOKIE INIZIANO A SBRICIOLARSI
A partire dalla metà degli anni ‘90, i cookie sono stati utilizzati per seguire i comportamenti online. I siti Web utilizzano proprio i cookie di prima parte per migliorare l'esperienza di navigazione, ad esempio salvando i dati di login o gli articoli nel carrello della spesa.
I cookie di terza parte sono invece utilizzati nel settore a fini di rilevamento: per fornire contenuti mirati di marketing digitale, per fissare il tetto della frequenza pubblicitaria e per valutare l'esposizione pubblicitaria e le performance di marketing.
Il settore della pubblicità fa grande affidamento sui cookie per lanciare e valutare le campagne online. Ma in un mondo nel quale i problemi di riservatezza dei dati e di trasparenza continuano ad intensificarsi e dove l'influenza del Regolamento Generale per la Protezione dei Dati (GDPR) si estende al di fuori dell'Europa, provider tecnologici come Apple, Google e Mozilla Firefox tendono a consentire agli utenti di bloccare i cookie di parte terza sui loro browser.
Il nostro studio Getting Media Right 2019 mostra che quasi il 65% degli esperti di marketing è impegnato a fornire una misurazione di grande impatto in un mondo post-cookie. Tuttavia, ampie parti del settore - quasi metà delle agenzie e tre quarti dei marchi - non hanno ancora iniziato a prepararsi al cambiamento.
Guardando al 2020, prevediamo che, pur iniziando a sbriciolarsi, i cookie non scompariranno del tutto. Gli inserzionisti si troveranno di fronte ad una "economia mista", anche se quelli che non iniziano a prepararsi a questi cambiamenti potrebbero rimanere al buio.
Mentre gli inserzionisti cercano alternative ai cookie di rilevamento tradizionali, potremmo vedere alcuni editori avvalersi di soluzioni di misurazione diverse, basate su ID e panel deterministici.
Molte delle principali piattaforme di social media gestiscono già un "ambiente controllato", mantenendo i dati e la misurazione all'interno di un ecosistema chiuso. Al tempo stesso, gli inserzionisti chiedono a gran voce una misura più integrata delle campagne. In base al rapporto Getting Media Right 2019, il 76% degli esperti di marketing afferma di lottare con la performance cross-channel, mentre l'81% chiude specificatamente i canali digitali a causa dei punti ciechi nella misurazione.
In risposta all'esigenza di un ecosistema digitale più trasparente, nel 2020 prevediamo di assistere a maggiori integrazioni dirette tra editori e partner di misurazione. Questo consentirà di realizzare per la prima volta un'autentica misurazione incrociata tra gli editori. Se è vero che ciò oppone nuove sfide agli editori di tutte le dimensioni, dovrebbe invece funzionare per gli esperti di marketing, l'80% dei quali afferma di fidarsi delle ricerche di terzi contro appena il 41% che si fida dei dati provenienti dagli editori e dalle piattaforme media.
Quel che è certo è che la misurazione delle campagne diventerà ancora più complessa. Gli esperti di marketing dovranno rendere i loro sistemi di misurazione "future-proof" e ridurre la dipendenza dai cookie per il rilevamento. Molti, inoltre, si rivolgeranno a provider di misurazione terzi come Kantar per farsi guidare attraverso il mutevole panorama dei media.
All'alba di una nuova era senza cookie, la ricerca di terze parti diventerà sempre più importante per consentire agli esperti di marketing di mantenere una misurazione precisa dell'efficacia dei media digitali e delle campagne e per guidare la crescita a breve e lungo termine.
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IL DILEMMA DEI DATI
Fare la cosa giusta con i dati
Fare la cosa giusta con i dati
Grazie all'avvento di tecnologie sofisticate e all'accesso a nuovi dataset, per gli esperti di marketing non è mai stato così facile fornire contenuti editoriali e pubblicitari personalizzati su larga scala.
Il nostro studio DIMENSION mostra però che il concetto di personalizzazione è polarizzante. Mentre il 45% delle persone concorda che gli annunci pubblicitari studiati su misura per loro sono più interessanti degli altri, oltre la metà (54%) solleva obiezioni circa il fatto di mirare messaggi sulla base delle precedente attività online delle persone.
Grazie a nuovi dispositivi, è ora possibile combinare media online, social media, dati comportamentali e vocali con dati di prima parte e di efficacia, consentendo ai marchi di mirare i consumatori in maniera più efficiente.
Con l'ausilio di tecniche analitiche avanzate, gli esperti di marketing possono accedere ai migliori segnali di sempre per mirare e offrire contenuti creativi personalizzati.
La tecnologia aiuta gli esperti di marketing a conoscere le persone al di là delle loro abitudini di transazione e a comprenderle come cittadini, attivisti, genitori, individui, verosimilmente talvolta addirittura meglio di quanto non conoscano se stessi.
L'avvento dell'intelligenza artificiale significa che la pubblicità può mutare in maniera dinamica per diventare più pertinente in funzione degli utenti, con annunci che si adattano a fattori come il luogo, il dispositivo, il clima, l'ora e la demografia. Ma secondo il nostro studio Getting Media Right 2019, il 32% non è ancora certo di mirare con successo alle giuste categorie di pubblico. Mano a mano che i dati diventano più granulari, aumentano i rischi di errato targeting. E gli esperti di marketing sono posti di fronte a un dilemma etico: questo maggiore utilizzo dei dati personali, anche se resi anonimi, richiede fiducia e precisione.
I marchi devono percorrere con estrema attenzione la linea che separa pertinenza e intrusione. Il controllo dell'individuo sui propri dati è l'elemento fondatore di leggi sulla privacy come il Regolamento Generale per la Protezione dei Dati (GDPR) e il California Consumer Privacy Act (CCPA). In assenza di consensi espliciti, l'utilizzo di dati personali a fini di targeting costituisce un rischio.
Nel 2020, prevediamo che i marchi continueranno a sviluppare nuovi metodi per mirare ai consumatori in base ai dati, ma l'etica verrà alla ribalta e le società potrebbero persino assumere specialisti in questo campo. Attraverso la comprensione dell'efficacia olistica delle campagne, gli inserzionisti dovranno ottenere il giusto equilibrio tra canali a vasta portata e scegliere a quali categorie di pubblico mirare più precisamente con messaggi pertinenti.
"Nel 2020, prevediamo che i marchi continueranno a sviluppare nuovi metodi per mirare ai consumatori in base ai dati, ma l'etica verrà alla ribalta e le società potrebbero persino assumere specialisti in questo campo."
La personalizzazione deve essere vista non soltanto come una scorciatoia verso la vendita, ma come una strategia a lungo termine, una maniera di incrementare la lealtà al marchio e di guadagnarsi la fiducia dei consumatori. Un valido esempio è offerto dal rivenditore di abbigliamento H&M, il quale ha recentemente introdotto uno stilista personale virtuale, alimentato dai dati, su WeChat.
La maniera in cui le aziende implementeranno le capacità tecnologiche nel 2020 sarà scrutata con crescente attenzione e le iniziative di personalizzazione dovranno essere studiate e attuate in maniera etica e degna di fiducia. Ciò significa progettare con una mentalità che ponga al primo posto le persone, anziché la tecnologia.
GIRARSI E AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO
La tendenza verso il media in-housing
GIRARSI E AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO
La tendenza verso il media in-housing
È ora di ascoltare il consiglio di Bowie e di affrontare il cambiamento. Il nostro ambiente media è e continuerà ad essere in rapida trasformazione.
I consumatori sono più difficili da raggiungere e un diluvio di dati e punti di contatto online offre opzioni di planning senza precedenti. Nel contempo, i criteri, i processi e la trasparenza restano una sfida per l'intero settore.
Mentre gli inserzionisti se la vedono con le implicazioni degli universi digitali e programmatici, molti di loro stanno assumendo il controllo interno di alcuni aspetti decisionali ed esecutivi dei media. Un rapporto dell'Association of National Advertisers (ANA) americana, datato luglio 2019, ha evidenziato che il 78% degli inserzionisti stavano procedendo in qualche modo a questo trasferimento interno. E la tendenza prosegue. Tra i recenti esempi figurano Vodafone che ha acquisito internamente la pianificazione e l'acquisto per tutti i media digitali "biddable" in 11 mercati dell'area EMEA.
I driver di questo fenomeno sono molteplici: la necessità di avvicinarsi maggiormente al pubblico e di gestire i dati in maniera più ermetica è citata da molti, così come il desiderio di sviluppare competenze e conoscenze a livello interno. Gli inserzionisti ricercano anche approcci che siano studiati su misura per il marchio, processi ottimizzati per ridurre i trasferimenti, tempi di reazione più brevi e scorciatoie attraverso i silos organizzativi per offrire ai clienti un'esperienza più connessa.
I costi, l'efficienza e i valori sono driver fondamentali. Molti inserzionisti ritengono di essere meglio armati per trovare nuove fonti di valore in risorse che per altri non sono così preziose, trattare direttamente con i proprietari di media e ridurre i costi facendo leva sulla tecnologia.
La tendenza in-housing rappresenta una minaccia, ma anche un'opportunità per le agenzie. Il mutevole contesto tecnologico e normativo indica che i team interni hanno più che mai bisogno delle competenze di punta delle agenzie. Le agenzie devono far evolvere la maniera in cui lavorano con i clienti, collaborando con i team interni o persino affiancando il loro staff e focalizzandosi sulle competenze strategiche che sono in grado di fornire per ottenere i migliori risultati.
Con l'evolversi del settore, le agenzie e gli inserzionisti dovranno essere certi di comprendere appieno gli atteggiamenti di fruizione dei media da parte dei consumatori per fare sì che il fenomeno in-housing abbia successo.
"La comprensione dei profili e dei comportamenti del pubblico e la connessione di questi profili con i dati di prima parte degli inserzionisti diventeranno sempre più importanti per trovare nuove vie di accesso ai target."
Ad esempio, ciò significa che i team interni avranno sempre maggiore necessità di accedere a dati di riferimenti attendibili e a strumenti di pianificazione affidabili per elaborare e convalidare i loro media plan.
La comprensione dei profili e dei comportamenti del pubblico e la connessione di questi profili con i dati di prima parte degli inserzionisti diventeranno sempre più importanti per trovare nuove vie di accesso ai target.
Con in-housing, gli approfondimenti devono essere ancora più accessibili e in grado di orientare l'attivazione e l'efficacia. Affrontare il cambiamento significa soprattutto trasformare la maniera in cui il settore lavora al fine di creare valore per inserzionisti, categorie di pubblico e proprietari di media, attraverso metodi innovativi ed entusiasmanti.
MEDIA INTELLIGENCE CONNESSA ATTRAVERSO KANTAR
Kantar offre una serie completa di servizi per tutti gli aspetti legati alla media intelligence connessa. Rimanete in contatto per discutere della futura evoluzione dei media e delle sue implicazioni per la vostra azienda nel 2020 e oltre.
In che modo le evoluzioni dei Media influenzeranno il vostro business nel 2020 e oltre?
Non esitate a contattarci: ci farebbe piacere discutere insieme delle tendenze e delle previsioni che potrebbero interessare le vostre strategie media e di marketing.
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